Comune DI NEGRAR
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Nome degli abitanti Negraresi
Il territorio comunale occupa l’intero bacino idrografico del Progno di Negrar e risulta delimitato ad occidente dalla dorsale di monte Robiago, monte Noroni, monte della Masùa; ad oriente da quella di monte Nuvola, monte Fiàmene, monte Comune, monte Tondo; a nord dal monte Màsua e dal monte Tesoro; e a sud da una piccola porzione dell’alta pianura veronese. La superficie è di 40,39 kmq; l’altitudine varia dai 70m sul livello del mare della zona pianeggiante meridionale agli 860 del monte Masùa di Cerna nell’estremo lembo settentrionale. I Comuni confinanti sono Sant’Anna d’Alfaedo a nord, Grezzana ad est, Verona a sud, San Pietro in Cariano e Marano di Valpolicella ad ovest.
Un po’ di storia:
La zona centrale della valle Veriacus, ove si trova Negrar, non appare documentata prima del secolo X. Nel testamento di Dagiberto, visdomino ovvero amministratore della Chiesa veronese – testamento redatto nel 931 – tra le molte località ove sono dislocati beni appare anche Illiagus, da identificare con l’odierna Iago presso Negrar. Un documento privato dell’anno 971 fornisce indicazioni preziose. Un abitante del castello di Negrar vende ad un abitante del villaggio di Prun un appezzamento a viti situato nella valle Veriacus, nel vicus Vila, nel luogo detto Termino (si noti la precisa tecnica ubicatoria). Vila corrisponde all’odierna località Villa, a nord-est di Negrar. L’atto è redatto nel castello di Negrar: fra i testimoni, oltre ad uno di Villa, appaiono due de vico Cerelliagus, che va identificato con la località, non più definita vicus, documentata fra XII e XIII secolo, di Cerlago o Zarlago. Per il secolo XI sostanzialmente scarsa rimane la documentazione relativa a Negrar: torna ad essere nominato il castello e viene fatto riferimento al territorio. All’inizio del secolo seguente ritroviamo il castello e il villaggio; più volte si tratta di appezzamenti situati in località minori del territorio stesso. Altri documenti concernono la pieve, in modo indiretto, o diretto. I due villaggi, Cerlago e Villa, documentati nel secolo X, non spariscono, ma vengono perdendo la loro individualità amministrativa a profitto di Negrar, che diviene l’unico centro di tutto il distretto.
Da vedere:
Il ponte di Veia e le cascate
Villa Salvaterra a Prun
E’ una fra le prime sorte nella valle di Negrar. E’composta da due parti ben distinte: una di stile rinascimentale e una di stile baroccheggiante.
Villa Turco – Zamboni ad Arbizzano
Dimora gentilizia che interpreta in severa chiave cinquecentesca il ricorrente motivo portico – loggia. Notevole era un tempo anche il giardino che, tramite una serie di scalinate oggi scomparse, si dilatava nel brolo sottostante. La villa, divenuta proprietà dei Zamboni intorno agli inizi del secolo scorso, era pure dotata di un oratorio, sconsacrato in epoca fascista.
Villa Verità’ – Ora Serego – Alighieri ad Arbizzano
Costruzione presumibilmente risalente al secolo XVI..Dopo aver subito innumerevoli trasformazioni, negli anni Sessanta i conti Serego – Alighieri diedero avvio ad un intervento di restauro, liberando dai tamponamenti le aperture dei loggiati e restituendo al complesso, almeno al suo esterno, l’originaria eleganza cinquecentesca.
Villa Rovereti a Tomenighe
Complesso edilizio costituito da un palazzo e da alcuni fabbricati rurali. L’edificio comitale presenta un’elegante facciata armoniosamente simmetrica con un monumentale portale a bozze. Sulla sinistra del palazzo si trovano le serre e un rustico. Sulla destra, la classicheggiante cappella dell’Assunta. Un tocco di raffinatezza all’edificio viene curato dal giardino, lodato da sempre , dove il cipresso, l’alloro e il bosso la fanno da padroni creando angoli di raro effetto emotivo.
Villa Mosconi ora Bertani a Novare
Tra le numerose dimore gentilizie fatte erigere o trasformate dal patriziato veronese nel corso del XVIII secolo, villa Mosconi a Novare – ancorché inspiegabilmente trascurata dalla storiografia artistica – rappresenta senza dubbio uno degli episodi più interessanti della Valpolicella, sia per il solenne e fastoso impianto architettonico, sia per la ricchezza e l’originalità degli apparati decorativi.
Villa Romana
Gli scavi sistematici condotti dalla Soprintendenza Archeologica del Veneto consentirono di mettere in luce e di rilevare una vasta sala rettangolare, affiancata da altri vani lungo i lati lunghi e prospiciente un porticato che, secondo G. Tosi, poteva aprirsi su una terrazza e delimitare una fronte dell’edificio, oppure, più probabilmente, costituire uno dei lati di un portico quadrangolare che circondava un cortile interno. Un altro locale, con pavimento ricoperto da un mosaico a motivi geometrici, molto probabilmente appartenente al medesimo complesso, venne infine scoperto nel 1974. Mentre la decorazione architettonica è andata perduta, così come quasi tutta quella pittorica (rimangano infatti solo frammenti d’intonaco dipinto a tempera di vari colori), sono rimaste invece notevoli ed interessanti testimonianze dei pavimenti a mosaico. Tra questi si distingue soprattutto la pavimentazione della grande sala, forse il locale più importante dell’abitazione
Cave di Prun:
Sul fianco orientale del monte Noroni si aprono molte cave in galleria ed alcune a cielo aperto. Si tratta di cave in cui è possibile individuare particolari livelli rocciosi della Scaglia Rossa Veneta, noti localmente con il nome di lastame
La miniera di Siresol
E’ ubicata sulla testata del vaio omonimo, in sinistra idrografica della valle di Negrar. Lo sfruttamento su scala industriale venne eseguito dalla Società An. Minerali Manganesiferi Veronesi nel primo Novecento ed abbandonata come il Buso del fero, perché l’estrazione era divenuta passiva. La miniera Siresól è costituita da tre gallerie che si aprono ad una quota compresa tra 560 e 570 m s.l.m. e si sviluppano complessivamente per circa 400 m. Il giacimento manganesifero sfruttato ha una potenza che varia da pochi centimetri ad un metro ed è delimitato superiormente da calcari ed inferiormente da tufo basaltico. Delle tre gallerie solamente due sono attualmente percorribili, poiché la terza risulta impraticabile per la presenza di una serie di crolli. La miniera è meta di curiosi e di collezionisti; al suo interno si possono raccogliere quarzo latteo, pirolusite, calcite e rancieite.
Chiesa di San Martino
Questa chiesa fu costruita intorno al 1807 in stile neoclassico dall’architetto Giuseppe Mazza. L’entrata principale è composta da un portico di quattro colonne sopra le quali si trova un timpano. Il timpano superiore è scolpito con l’occhio della Trinità. L’interno della chiesa è a un’unica navata e ha una lunghezza di 30 metri, una larghezza di 15 metri e un’altezza di 19 metri. La chiesa, fornita di un organo del 1840, è decorata da pitture, quadri e dipinti. La sua prima costruzione risale al 1067 e di quella composizione è rimasto soltanto il campanile romanico del XII secolo.
Chiesa di San Pietro ad Arbizzano
La costruzione di questa chiesa non si può far risalire a una data certa anche se esiste qualche probabilità che possa risalire a un’epoca antecedente al mille. Oggi, della chiesa originaria è rimasto solo il portale rettangolare scolpito nel tardo medioevo, sopra al quale è posta una lunetta coperta da un arco gotico del XIV secolo. D’origine gotica è anche la vasca battesimale di forma ottagonale in marmo bianco con otto facce i cui sono riportate le lettere dell’arciprete che fece eseguire la costruzione, Antonius. Nella chiesa attuale una bella lastra in calcare presenta da un lato la Vergine e San Giovanni, mentre dell’altro i Santi Pietro e Paolo. Sul primo altare a destra si trova un trittico reliquiario composto da tre distinte tavolette del 1300 che rappresentano il tema della Pietà. Il campanile è del 1936.
La vecchia Chiesa e la Parrocchiale a Torbe
La vecchia chiesa di torbe, costruita nel XII secolo e dedicata a San Pietro, è composta di tre navate e il pavimento è formato da lapidi sepolcrali. La nuova parrocchiale di Torbe invece, costruita più a sud a partire dal 1860, presenta una facciata con quattro lesene e due nicchie con le statue di San Pietro e San Paolo e una lunetta fornita di vetrata posta sopra l’ingresso dove è raffigurato Cristo che dà le chiavi a San Pietro. All’interno troviamo un’unica navata con un altare maggiore e quattro ulteriori altari posti ai lati.
Chiesa di San Paolo a Prun
Questa chiesa, inaugurata nel 1830, è in stile neoclassico con facciata fornita di quattro lesene, due nicchie con le statue dei santi Pietro e Paolo e una lunetta sopra l’ingresso che raffigura la conversione di San Paolo. L’interno è a un’unica navata con due altari ai lati, un presbiterio con la pala di Paolo Farinati del 1590 mentre le pareti laterali sono ornate con medaglioni dell’800.
Chiesa dei Santi Giorgio e Antonino a Fane
Questa chiesa fu costruita nel 1781, quando venne rifatta la cappella precedente e presenta una facciata in stile neoclassico con quattro lesene e una nicchia con la statua di Sant’Antonino. L’interno è ad un’unica navata con quattro altari ai lati mentre l’altare maggiore presenta una pala del 1822 di San Giorgio.
Chiesa di San Marco a Mazzano
L’attuale chiesa risale alla seconda metà del XVIII secolo ed è composta da una facciata con due lesene che sorreggono un frontone e una lunetta posta al di sopra dell’ingresso munita di vetrata. L’interno è a navata unica con una cappella della Madonna di Lourdes e un altare di Sant’Anna.
Chiesa di Santa Maria in progno
La parrocchia nasce intorno al 1951 mentre la chiesa è un antico santuario della Madonna del Carmine del XVIII secolo. L’ingresso, oggi nel lato meridionale, porta all’interno di questa chiesa che presenta un’unica navata con tre altari risalenti al 1700 in marmi policromi. Di bellezza rilevante sono le pale degli altari ai lati: a destra il Battesimo di Cristo, a sinistra una Madonna e i Santi Alberto, Domenico e Maria Maddalena. Il soffitto è affrescato dal dipinto della Madonna del Carmine. Il campanile è situato nella parte posteriore risale al XVIII secolo.
Chiesa della maternità della Vergine a Montecchio
Questa chiesa è della seconda metà del XVIII secolo. La facciata è in stile neoclassico ed è formata da quattro lesene con frontone; sopra l’ingresso c’è un medaglione con la raffigurazione della Vergine con il Bambino. L’interno ha pianta a croce con presbiterio decorato con gli affreschi dei quattro profeti, dei quattro evangelisti e dei misteri.
Chiesa di San Vito
Costruita nel 1806 al posto della cappella soggetta all’abbazia di San Zeno conserva il campanile romanico a base quadrata che però non è originario ma ricostruito.
Chiesa di San Pietro a San Peretto
La chiesa originaria, del XIII secolo, è stata molto modificata e solo all’interno sono state conservate decorazioni e affreschi. Il campanile, alto 26 metri, risale all’era romanica ed è in tufo, senza pina e con bifore su ogni lato della cella campanaria.
Chiesa di Santa Maria a Moron
Questa chiesa, attestata a partire dal 1222, presenta una facciata a capanna con occhio centrale e campaniletto a vela aggiunti nel XVI secolo. L’edificio al suo interno si compone di un altare marmoreo del XVIII secolo con una statuetta della Beata Vergine della fine del XVIII secolo.
Cappella di San Ciriaco
Abilitata al culto da Papa Clemente XII intorno al 1759 la chiesa, costruita nel 1759, venne restaurata nel 1951 quando diventò di proprietà della parrocchia di Negrar. La facciata dell’edificio è composta da vasi fiammeggianti. Accanto si può notare inoltre una reliquia sotto vetro contornata da quattro croci.
Cappella di Santa Maria Assunta
costruita a Tomenighe nel 1753 da Gianpaolo Rovereti; ora è chiusa.
Cappella di San Francesco D’Assisi
situata nella frazione di Villa venne restaurata nel 1938 e rappresenta l’oratorio del 1510 di villa Quintarelli.
Cappella di Sant’Antonio Abate a Cerè
è ora di proprietà della parrocchia di Negrar venne costruita dal conte Tommasini e aperta al culto nel 1668.
Cappella di San Nicola da Tolentino
costruita nel 1697 da Orazio Manfredi e aperta al culto dal 1721.
Cappella di San Giuseppe a Palazzo
venne costruita nel 1736.
Cappella di San Gaetano Thiene a Novare
venne costruita nel XVIII secolo.
Cappella di Santa Cristina a Prun
costruita nel XVI secolo.
Cappella di Madonna de la Salette a Fane
Cappella di Sant’Agata a Maso di Montecchio.
Manifestazioni
Aprile:
Palio del Recioto