COMUNE DI MALCESINE
|
|
Nome degli abitanti Malcesinesi
Il territorio comunale si estende su circa 68 kmq e comprende le due frazioni di Cassone (3 km a sud, in direzione di Brenzone) e Navene (3 km a nord in direzione di Torbole), importante meta per gli appassionati di vela e di windsurf.
L’origine del paese si perde nella preistoria e di questo periodo unica testimonianza restano le tombe trovate nel 1914 e nel 1926 durante gli scavi per la costruzione della strada provinciale. Il primo avvenimento documentato risale al 15 a.C., quando Tiberio sconfisse i ribelli Reto-Trentini ponendo sotto il dominio di Roma le vallate trentine e il Benaco: numerose monete di bronzo e rame del tempo di Alessandro Severo (222-235 d.C.), Decio Balbino (238 d. C.) e Massenzio (275-312 d. C.), trovate in varie località di campagna e in tre tombe venute alla luce durante la costruzione della scuola (ora sede del Municipio), testimoniano la presenza romana. Alla caduta dell’Impero, anche Malcesine subì l’alternarsi delle invasioni barbariche: Ostrogoti, Alemanni e, nel 568, i Longobardi di Alboino. E’ legittimo supporre che siano stati proprio i Longobardi i primi costruttori del castello. (Documenti d’epoca riportano che nel 590 Childerico, con un grosso esercito di Franchi, distrusse, in una spedizione contro il re longobardo Autari, il castello di Ennamase, in cui gli storici leggono Malcesine). Nel 774, con la disfatta di Desiderio, ultimo re dei Longobardi, Malcesine passò sotto la dominazione di Carlo Magno. Nell’ 806 Carlo Magno assegnò il regno d’Italia, con sede a Verona, al figlio primogenito Pipino. Pipino venne più volte a Malcesine in visita all’eremita S. Benigno e probabilmente dimorò nel castello ricostruito. Con l’affermarsi e il diffondersi del feudalesimo, Malcesine entrò a far parte del dominio feudale del Vescovo di Verona che esercitava il suo potere per mezzo di un visconte o vicedomino. Questa situazione, dopo il Mille, mutò: l’autorità civile del vescovo signore lentamente passò nelle mani del popolo. Anche Malcesine acquistò un potere che prima non aveva. Nel 1145 papa Eugenio III riconobbe l’esistenza della rocca di Malcesine con tutti i suoi beni e le sue chiese e, in documenti del 1193 e 1197, fu riconosciuto a Malcesine il diritto di usare proprie misure e monete (queste avranno corso legale fino alla caduta di Venezia). Nel 1277 Alberto della Scala, capitano generale del comune di Verona, rimaneggiò gli Statuti veronesi, che dal suo nome furono detti albertini. In questi, al capo 203 del I° libro, stabilì che qualunque castello o fortezza del territorio veronese doveva passare e rimanere sotto il potere della città, tranne sette che requisì perché restassero a sua diretta dipendenza: tra questi vi era anche il castello di Malcesine. I nuovi signori apportarono modifiche alla vecchia costruzione cos’ che, da allora, il castello assunse l’appellativo di “scaligero”. Nel 1351 l’imperatore Carlo IV di Boemia concesse a Mastino II della Scala il Capitanato del lago con il diritto di porre custodi ed ufficiali e di revocarli. E’ questo l’inizio della Federazione Gardesana e del Capitanato del Lago . Durante i 450 anni di esistenza della Gardesana dell’Acqua molti furono gli avvenimenti che coinvolsero Malcesine e il Benaco, come era già successo in epoche passate, divenne più volte teatro di battaglie (la più celebre fu la battaglia tra Venezia e i Visconti di Milano con il trasporto delle galee veneziane dal fiume Adige al Lago di Garda): Nel 1387, i Visconti di Milano subentrarono agli Scaligeri nel dominio del paese. Poi fu la volta di Venezia, nel 1405. Nel 1508, quando la lega di Cambrai assalì Venezia, Malcesine, assieme a tutta la sponda baldense, cadde, fino al 1516, in dominio dell’imperatore d’Austria Massimiliano. Poi di nuovo sotto Venezia. Le guerre mosse da Napoleone nel 1796 contro l’Austria per cacciarla dalla Lombardia e dall’Italia portarono a Malcesine truppe prima austriache e poi francesi. Ormai il dominio di Venezia neutrale non esisteva più: i leoni alati vennero scalpellati da tutti gli edifici, il comune dovette sostenere spese per la truppa, furono incamerati i beni delle cappellanie e delle confraternite. Rimase però intatto l’assetto amministrativo del Comune e della Gardesana dell’Acqua, sia con i francesi che con gli austriaci subentrati nel 1798. Il 18 febbraio del 1801, in seguito alla pace di Luneville, fu creata la Repubblica Cisalpina alla quale fu aggregata anche Malcesine. Quando nel 1802 si formò la Repubblica Italica, furono soppressi la Gardesana dell’Acqua, il Capitanato e il Consiglio degli originari, sostituiti dai consigli municipali. Alla caduta di Napoleone, Malcesine entrò a far parte del Regno Lombardo-Veneto. Malcesine subì solo indirettamente le vicende del Risorgimento. Fu occupata per un breve periodo dalle truppe piemontesi dopo la vittoria Goito nel 1848, poi rimase sotto il dominio austriaco finché non fu unita al Regno d’Italia nel 1866.
Da vedere:
Castello Scaligero
Il Museo
Palazzo dei Capitani:
Fu costruito dagli Scaligeri a cavallo tra il XIII e il XIV secolo sopra resti romani e romanici. Ridotto a semplici mura, forse a causa di un terremoto o di un incendio, divenne proprietà del veronese Francesco Mercanti.
Da atti di compravendita del 1477 l’edificio appare già ricostruito in stile veneziano e sontuosamente decorato. Nel 1618 Verona, su invito della Serenissima, comperò il palazzo per adibirlo a dimora del Capitano del Lago. In questo periodo subì vari lavori di rifacimento. Il 20 marzo 1854 il comune di Verona lo cedette in affitto al comune di Malcesine che nel 1897 ne divenne esclusivo proprietario. Nel 1902 è stato dichiarato monumento nazionale.
Parrocchia di Santo Stefano
Chiesa della Madonna della Fontana:
È sulla via Gardesana, a circa 300 metri a sud della Chiesa parrocchiale. Fu aperta al culto nell’anno 1600 e deve la sua fama ad una sorgente detta appunto «fontana» ritenuta miracolosa.
Chiesa di San Michele:
È sul Baldo, vicino alla Val Ciasera, a 550 metri s/m. Per essere raggiunta richiede un’ora di cammino ma, da quando c’è la funivia, basta scendere alla prima fermata e poi procedere a piedi per pochi minuti
Eremo dei Santi Benigni e Caro
Le due chiese di Cassone
Il vecchio mulino a vento sul porticciolo di Cassone.
Villa Pariani in località Sopri.