Comune: | CASTELNUOVO DEL GARDA |
Indirizzo: | PIAZZA DEGLI ALPINI,4 |
CAP: | 37014 |
Telefono: | 0457570788 |
COMUNE DI CASTELNUOVO DEL GARDA
Nome degli abitanti Castelnovesi
Un castello, donato dal Comune di Verona, sarebbe all’origine del nome
La storia civile e politica del paese fu sin dalle origini sempre strettamente legata alla posizione e configurazione geografica di questa regione, che era fatale divenisse campo di contese e di lotte fra uomini che ne conobbero la bellezza e ne desiderarono il possesso.
Sicuro è l’insediamento degli Umbri, pastori alti e forti, che evolvendosi rapidamente iniziarono a filare, tessere e conciare il cuoio.
Numerosi reperti palafitticoli sono presenti in parecchi siti del nostro territorio. I primi centri abitati ebbero origine a sud del lago di Garda, uno di questi sorse come “Castra”, cioè come accampamento militare romano.
La prima costruzione in muratura si innalzò sulla collina del “Monte Alto” ed era una torre di guardia utilizzata nel II secolo a. C. dal console Mario, quando portò la guerra contro gli Umbri.
Da allora nei secoli seguenti fu un continuo passaggio di truppe romane e barbare (Attila con gli Unni, Ostrogoti e Vandali), ed ogni passaggio causò distruzione e morte. “Beneventum” primo nome imposto dai romani al centro, diventò “Quadrivium” per la posizione fra le quattro città di Verona, Brescia, Mantova e Trento.
Nel 1154 si scatenò la guerra di Federico Barbarossa e Quadrivium venne rasa al suolo. La popolazione eresse un nuovo fortilizio che prese il nome di “Castrum – Novum” trasformato nel corso dei secoli in Castelnuovo.
Nel XIV secolo, con l’avvento a Verona della Signoria degli Scaligeri, Castrum Novum passò sotto la loro dominazione.
Nel 1370 Verona ed il suo territorio furono presi da Gian Galeazzo Visconti signore di Milano.
Deceduto il Visconti nel 1405 tutti questi territori passarono sotto la Repubblica di Venezia.
Nel 1630 Castelnuovo fu colpito dalla peste che decimò la popolazione, portando il numero degli abitanti da 1130 a 387.
Alla sua prima discesa in Italia, Napoleone sostò nello storico palazzo Angelini.
Nel 1848 a pochi giorni dalla prima guerra d’indipendenza quando l’esercito sabaudo forte della vittoria di Goito s’andava attestando sul Mincio per attaccare ed espugnare la fortezza di Peschiera, Castelnuovo si trovò a vivere per la seconda volta il dramma della distruzione.
Il 9 aprile Luciano Manara con un centinaio di uomini occupò e barricò il paese per fronteggiare l’avanzata degli Austriaci in difesa di Peschiera.
Il comando austriaco, venutone a conoscenza, inviò l’11 aprile 1848 le truppe agli ordini del generale Thurn und Taxis, che mise a ferro e fuoco il paese bruciando quasi tutte le case ed uccidendo con inaudita e bestiale ferocia un gran numero di abitanti compresi donne, vecchi e bambini.
Dal 1867 al 1970 il comune si chiamò Castelnuovo di Verona, divenendo successivamente Castelnuovo del Garda per una piccola fascia dei territorio situata direttamente sulle sponde benacensi; il lido del “Campanello” in località Campanello ed il lido dei “Ronchi” offrono ai turisti servizi e strutture per la balneazione sul lago di Garda.
Da vedere:
Il Castello
Si erge in posizione dominante sul centro abitato di Castelnuovo; fu costruito nel 1387 quando Giangaleazzo Visconti, sconfitti gli Scaligeri, smantellò Peschiera e per assumere il controllo di Verona costruì in fretta la fortezza di Castelnuovo, la Cittadella di Verona e il Ponte di Borghetto. Allora la costruzione sul primo poggio portava una torricella da cui partivano le mura di prima cinta rettangolari, fin oltre la chiesa e includeva un pozzo.
Torre Viscontea
Al centro della seconda muraglia i visconti fecero costruire l’attuale gran torre, sulla quale spiccava la Bissona dei Visconti; nell’Ottocento sono stati poi aggiunti la merlatura e successivamente l’orologio a pesi.
Chiesa di S. Maria
Nei pressi della torre viscontea, rifatta con pianta ottagonale nel Settecento e caratterizzata dal bel campanile in stile romanico, costruito precedentemente nel 1400, disegnata da A. Cristofoli, la chiesa conserva all’interno una pala del pittore Domenico Rizzo, detto il Brusasorzi, raffigurante la “Madonna con Bambino”.
Villa Cossali Sella
Caratteristica costruzione a portico e loggia, villa cinquecentesca, serena ed alte- ra, circondata da adiacenze che ne rivelano la tipica costruzione di campagna, divisa in due livelli, presenta nella parte inferiore un portico dalle ampie arcate, con sopra la loggia che poggia i suoi archi, più numerosi ma più piccoli, su agili colonne. L’eleganza della villa, che conserva anche una bella meridiana sulla facciata, è difesa da una possente torre colombara, la quale sembra sorvegliare, con piglio militare, la leggiadria delle sottostanti costruzioni.
Villa Rizzini Salvelli
Posta al centro del paese, ed immersa in un parco verde, sorge questa villa, più sobria rispetto Villa Ridolfi Sella ma non per questo meno ricca di fascino.
Villa Valcerea
Sulla strada che porta a Valeggio sul Mincio, completamente immerso nei vigneti, ecco spuntare il pregevole complesso di Villa Valcerea, caratterizzata dalla possente e ben conservata colombara. Di particolare interesse, nel parco adiacente la villa, sono il grande e caratteristico forno per il pane e l’oratorio.
Villa Arvedi D’Emilei
Nella frazione di Cavalcaselle, costruita tra il XVII ed il XVIII secolo, oggi sede di una cantina, si erge questa villa; la simmetrica eleganza, dilatata sui due lati, si riunisce e concentra nella scalinata centrale che, attraverso due rampe laterali, sale leggera verso i tre archi dell’ingresso. L’archivio degli Emilei conserva i documenti che attestano il dominio della nobile famiglia su Cavalcaselle, oltre a quelli che testimoniano la produzione e la vendita di vino nell’antica osteria del feudo. Questa, rifatta nel corso dei secoli, è oggi un albergo.
Chiesetta della Madonna degli Angeli
Situata sul colle San Lorenzo, che fu punto d’osservazione del re Carlo Alberto nelle guerre di indipendenza durante la difesa di Peschiera. In essa si conserva un insolito dipinto quattrocentesco in cui Maria, scoperto il virginale seno, allatta il Bambino. La tradizione popolare racconta che un prete, scandalizzato, coprì di vernice nera il petto della Madonna, al che il Bambin Gesù, inorridito, staccò le labbra. Rimediò un altro sacerdote: grattò via la patina scura ed il Bambinello, soddisfatto, si riattaccò. La chiesa è considerata il simbolo di Cavalcaselle, e lo si desume dalla grande quantità di ex voto che ricoprono le pareti.
Chiesa di San Lorenzo
Situata poco distante dalla Madonna degli Angeli, è circondata da abitazioni che erano un tempo le celle di un convento.
Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo
Sulla strada per Peschiera sorge questa chiesa di stampo neoclassico e costruita a pianta ottagonale su progetto dei Cristofali nel 1756. La pala d’altare, d’Antonio Caravaggioni, raffigura la “Madonna degli Angeli” e i “Santi Filippo e Giacomo”.
Casa Benati
In una cascina della frazione di Oliosi. Si racconta che nel 1866 quaranta soldati italiani resistettero alle numerose cariche degli Austriaci. Ormai prossimi alla resa, per non consegnare il tricolore al nemico, lo divisero in quaranta pezzi e, uno a testa, ne nascosero i brandelli tra le vesti, mentre l’asta fu infilata nella canna del camino. Dopo la prigionia, i soldati si ritrovarono e, rimessi insieme i pezzi che avevano conservato come sacre reliquie, ricucirono la bandiera. Uno solo dei frammenti mancava all’appello, quello di un soldato morto durante la prigionia.
Chiesa Parrocchiale di S. Andrea
Questa chiesa poggia su due edifici precedenti, uno alto medioevale ed uno romanico del XII secolo, che fu abbattuto nel 1753 per far posto all’attuale chiesa in stile neoclassico. All’interno si può ammirare una pala del Brusasorzi raffigurante “Sant’Andrea”.
Villa Negri – Mosconi
Di grande impatto, nel centro del paese, la bella villa è di probabili origini cinquecentesche. La tradizione vuole la villa costruita dai conti Saletti di Sandrà dai quali proverrebbe il toponimo con la quale essa è conosciuta; nel 1700 passò poi ai Mosconi ed il documento più antico che attesta la loro proprietà è il testamento del 1788 di Giacomo Mosconi, che dovrebbe averla acquistata intorno al 1730-1740. Di quell’epoca sono il salone e quasi tutte le salette del pianoterra. La villa possiede anche un oratorio, la portineria ed una serra, dove un’elegante colonna con capitello rinascimentale regge un soffitto a cassettoni. Degno di nota il parco ricco di statue, con piante di pino italico, bosso, alloro e cipresso.
Manifestazioni
Giugno
Raduno barche d’epoca
Luglio
Festa dell’ospite
Agosto
Palio delle mura
Settembre
Triathlon
Innumerevoli sono le manifestazioni, quasi tutte di carattere popolare, che si svolgono nel territorio nell’arco dell’anno. Citiamo la festa della “Madonna di Campagna” in loc. Camalavicina, la festa “dell’Ospite” in loc. Ronchi, le feste dello “sport” nel capoluogo ed in loc. Sandrà, la festa della “Bandiera” ad Oliosi. Di particolare importanza è la c.d. festa dell’uva, giunta ormai alla 39^ edizione, che si caratterizza per l’intento di qualificare il mercato dell’uva e del vino della zona; nata come una mostra mercato, con l’andare del tempo si è trasformata in una vera e propria festa dell’uva adornata da momenti culturali (rappresentazioni teatrali, mostra dei funghi e flora spontanea, mostra di pittura e fotografica). L’antica fiera di Cavalcaselle, vanta una tradizione sicuramente millenaria, infatti in origini remotissime era prevalentemente festa dei “mussi” asini e dei pastori, mentre oggi è diventata per eccellenza la festa di tutta la gente. Oltre all’esposizione del mercato di macchine agricole, che grande interesse suscita tra le decine di migliaia di visitatori, al piacere di gustare presso gli stands gli antichi sapori, in questi ultimi anni con la riscoperta dei binomio natura-cavallo, la pro-loco sta potenziando le manifestazioni equestri. Infine degna di nota è la Festa della Bandiera, a rievocazione di quanto accaduto il lontano 24 giugno 1866 nei pressi della frazione di Oliosi, quando uno sparuto gruppo di soldati del I battaglione dei 44′ reggimento fanteria, circondati dal nemico e preoccupati dal pensiero di salvare la “bandiera”, occuparono con viva forza una cascina, vi sostennero per ore una accanita difesa, ma perduta ogni speranza di soccorso stracciarono la bandiera e divisero i pezzetti tra i presenti; in tale modo il nemico non potè in nessun modo impadronirsi del tanto difeso vessillo. Ogni anno questo avvenimento viene ricordato dall’intera cittadinanza con enfatica ammirazione (3^ domenica di giugno). Oltre alle manifestazioni sopra citate, l’amministrazione Comunale e la Pro-loco hanno cercato, in questi ultimi anni, di orientare la promozione turistica verso l’entroterra, cercando di portare i visitatori nei paesi, i quali ci offrono luoghi di storia e angoli suggestivi. Il cartellone proposto ai cittadini prevede ogni anno una gamma diversificata di iniziative, teatro, concerti, balletti, rispondendo così all’esigenze dei cittadini.